Eva

Share

L’Intellectual Property diventerà strategico nelle operazioni di M&A che verranno effettuate nei prossimi 5 anni. E ciò proprio in ragione dell’incertezza finanziaria che che tocca i mercati mondiali.

E’ noto che le aziende che ben gestiscono, sviluppano e tutelano il proprio portafoglio di beni immateriali vinceranno sulle altre e sopravviveranno alla crisi.

“M&A Insights: Spotlight on Intellectual Property Rights survey”, analisi pubblicata ad inizio dicembre e svolta da Mergermarket Group (Financial Times) e commissionata dai consulenti di CRA International e dallo studio legale internazionale K&L Gates rivela una nuova prospettiva assunta nei confronti degli assets immateriali da parte degli amministratori delle società e dagli operatori nel settore del private equity intervistati.

La crisi dei mercati in atto impone di fare valutazioni di lungo periodo anche quando si valutano fusioni e acquisizioni societarie. Per  l’85 % degli amministratori  e per il 72 % degli esponenti delle società di private equity intervistati gli asset immateriali di un’azienda (i marchi, i brevetti, i modelli e il design, i beni protetti da copyright, il know-how) acquisiranno sempre più importanza.

Ed ecco che, in questa prospettiva, pure cruciale sarà costruire una corretta e attenta valutazione dell’Intellectual Property presente nelle aziende coinvolte in una M&A, attraverso le due diligence preparatorie. Aspetto ancora non  molto attuato, nella pratica, secondo gli intervistati.

Non bisogna infatti dimenticare che per valutare gli Assets Immateriali occorre tenere in considerazione aspetti legali e finanziari estremamente delicati. Una IP Due diligence deve essere necessariamente sofisticata, per poter fornire un quadro esauriente dei fattori di rischio e delle opportunità insite in un’acquisizione o fusione societaria.

(IP Faber: we do IP due diligence. For more information, contact us)

Creative Commons License Photo credit: roland