Categories: brevetti, marchi, notizie

Eva

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Chi avesse fra i ricordi della propria infanzia le lunghe camminate fra gli infiniti stand della Campionaria, alla “faticosa” scoperta di tutto lo scibile del mercato italiano può stare tranquillo (o, forse, può soffrire di una certa nostalgia): questa Campionaria è diversa.

Innanzitutto, è bastato il padiglione 5 della nuova fiera di Rho-Pero per allestirla.
Le aziende rappresentate poi, che a un visitatore disattento potrebbero apparire inspiegabilmente eterogenee, sono legate invece da un unico ed importante filo conduttore: sono le aziende dell’eccellenza italiana, esito di quell’economia dell’innovazione che basa la propria forza sulle idee imprenditoriali vincenti e non banali. 

In poche parole, se al centro della nuova Campionaria è la SoftEconomy che sempre più caratterizza il Made by Italy, non possiamo che concludere che stiamo parlando di imprese con assets immateriali strategici.

I beni di proprietà intellettuale sono il punto di forza di questa Campionaria.
Si può trattare di brevetti che fanno parte del portafoglio di note aziende italiane, quali Brembo, Fiat, Pirelli Tyre o di quei brevetti e di quel know-how che sono l’asso nella manica di aziende che guardano al futuro, come La Fabbrica del Sole (specializzata in impianti ad idrogeno) e Novamont (specializzata nello sviluppo di bio-materiali, non a caso vincitrice del premio dell’European Patent Office come miglior brevetto dell’anno).

Ci si può riferire a marchi solidi, che hanno un valore costruito in anni di esperienza imprenditoriale (si spazia da Ferrari a Bialetti, dal gruppo Colussi a quello di San Pellegrino, per fare degli esempi significativi).

Si può trattare del “nostro” design, quello che invade il mercato internazionale della nautica, grazie all’opera di Fincantieri e di aziende quali quelle associate ad Ucina o ancora quello che MilanoMadeinDesign sta portando per il mondo con una mostra itinerante che celebra il design italiano dell’arredo e dei prodotti di uso quotidiano.

Ed infine, ma non certo di minore importanza in una fiera di questa portata, vi sono DOP, DOCG, IGP, marchi collettivi e d’origine che contraddistinguono la qualità del nostro settore alimentare: dal Grana Padano al Lambrusco di Modena, dai vini siciliani agli oli umbri, e poi prodotti tipici marchigiani, pugliesi, sardi e dell’appennino emiliano.

IP Faber ringrazia Symbola – fondazione per le qualità italiane che ha pensato e organizzato l’evento – per la riflessione: la nuova Campionaria ci conferma che l’eccellenza italiana è fatta di Intellectual Property.