
E così anche Joost trova il primo partner importante per il web e si tratta di CBS, un broadcaster di primaria importanza negli States.
Mentre tutti stanno a guardare lo sviluppo dei media center e AppleTV da un lato e il video sharing con You Tube dall’altro, Joost, la piccola azienda europea fondata dai ragazzi di Skype (e di Kazaa, se qualcuno ancora lo ricorda), stringe il primo vero importante accordo destinato a portare ricavi e notorietà alla start-up.
Conosciuta precedentemente come “Venice Project“, Joost sta tentanto la quadratura del cerchio: una web TV su computer, tramite internet, con buona qualità video, contenuti concessi in licenza, e un business model basato sulla pubblicità (e in futuro servizi a valore aggiunto).
Un precedente accordo con Viacom, la transfuga dell’accordo con YouTube (dopo i problemi insorti con le dispute sulla protezione del copyright), aveva permesso a Joost di firmare accordi per il webcasting di contenuti di network minori come MTV, BET e Comedy Central.
Ora cambia la magnitudo degli interessi economici in gioco.
Con questo accordo CBS punta ad aggiungere ulteriori revenues al proprio bilancio, puntando a trattenere per sè il 90% dei ricavi, e aggiungendo un altro media e quindi un diverso canale distributivo agli altri che già possiede. Inoltre l’accordo sarebbe su base non esclusiva, dunque permetterebbe anche ad altri operatori la trasmissione via web degli stessi contenuti. Il gruppo diventa in questo modo sempre più content provider, e sempre meno broadcaster.
Non solo, per CBS diventa sempre più delicata la gestione dei beni immateriali alla luce della nuova strategia di puntare sulla distribuzine dei contenuti (protetti da copyright).
Joost punta invece a diventare il primo webcaster al mondo, e potrebbe anche accontentarsi del 10/15% dei ricavi se riuscisse a stringere molti accordi e a incollare di fronte alle proprie trasmissioni milioni di utenti. Non si tratta di numeri impossibili, se pensiamo che You Tube ha ormai da tempo superato i 100 milioni di video serviti al giorno (senza una sola interruzione o alcun disguido tecnico). Joost può farlo se la tecnologia proprietaria di cui dispone riesce a reggere il carico di traffico a cui sono sottoposti i suoi server e se allo stesso tempo riesce ad aggregare nella propria piattaforma distributiva un maggior numero di content provider.
Insomma, una tipica equazione win-win, i cui effetti commerciali, tecnologici e strategici verranno forse capiti meglio nei prossimi mesi, dopo che anche i concorrenti avranno fatto le loro mosse.