
Un brevetto sviluppato da Reebok su una tecnologia che serve a dare massima flessibilità alle suole delle scarpe è al centro di una causa iniziata negli Stati Uniti le scorse settimane.
I contendenti sono due delle principali aziende produttrici di scarpe sportive al mondo: da una parte Reebok, società parte del gruppo tedesco Adidas, e dall’altra parte la statunitense Nike.
E’ stata Reebok ad attaccare Nike, depositando un atto di citazione presso la corte distrettuale orientale dello stato del Texas e affermando che ben 11 modelli di sneakers Nike, vendute con il marchio commerciale “Free“, violerebbero il brevetto di Reebok.
Se davvero i giudici statunitensi riconoscessero la violazione di questo brevetto, non vorremmo essere – per dirla all’americana – “nelle scarpe di Nike”, che potrebbe essere tenuta a rimborsare un danno a Reebok a molti zeri. La giurisprudenza statunitense non è infatti morbida quando si tratta di liquidare danni per violazioni di brevetti, soprattutto quando i prodotti in contraffazione venduti sono molti e i costi di sviluppo dei brevetti violati sono stati alti.